Lo sapevi che?
I cani sono il principale veicolo della malattia causando fino al 99% di tutti i casi di rabbia umana.2
Dal 1997 a ottobre 2008 l’Italia è stata considerata rabies free mentre dal 2008 al 2010 si sono verificati diversi casi in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia Autonoma di Trento.3

Vaccinazione contro la rabbia
Il vaccino di cui disponiamo per prevenire la rabbia è sicuro ed efficace4: vaccinarsi contro la rabbia è fondamentale per evitare gravi complicanze neurologiche.

Chi è a rischio
ll Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 consiglia la vaccinazione contro la rabbia a:5

soggetti a rischio per esposizione professionale keyboard_arrow_right
- Personale di laboratorio che lavora a contatto con tale virus
- Veterinari
- Biologi
- Stabulari
- Operatori di canili
- Altri lavoratori a contatto con animali potenzialmente infetti

viaggiatori internazionali keyboard_arrow_right
Tutti i viaggiatori diretti in aree endemiche di Asia, Africa e America Latina che presentino un significativo e prevedibile rischio di esposizione alla rabbia come i viaggiatori coinvolti in attività a diretto contatto con cani, pipistrelli e animali selvatici
Cos’è
La rabbia è una zoonosi, cioè una malattia virale che colpisce i mammiferi e che viene trasmessa dall’animale infetto all’uomo.1 La malattia coinvolge sia gli animali selvatici (volpi, tassi, faine) che quelli domestici (cani, gatti, furetti) causando un’encefalite che, senza un trattamento post esposizione adeguato, porta alla morte nell’arco di una settimana.6 Esistono due cicli epidemiologici della malattia:7
- urbano, prevalente in Africa, Asia e Sud America, nel quale i cani, soprattutto quelli randagi, sono i principali serbatoi del virus
- silvestre, prevalente in Europa e in Nord America


Sintomi e diagnosi
I primi sintomi sono aspecifici:8
- febbre
- malessere generale
- cefalea
- prurito nel sito di ingresso del virus
Tuttavia, quando il virus raggiunge il sistema nervoso centrale, la malattia si può manifestare in due forme:2
- rabbia furiosa con segni di iperattività, idrofobia, aerofobia nella quale la morte sopraggiunge per arresto cardiorespiratorio
- rabbia paralitica che rappresenta circa il 20% di tutti i casi di rabbia umana ed è caratterizzata dalla paralisi della muscolatura nella quale la morte sopraggiunge dopo un periodo di coma
La diagnosi è molto complessa e difficile da confermare fino al momento dei sintomi neurologici: l’analisi dei tessuti per la ricerca del virus comprende la pelle, la saliva e, eventualmente, il tessuto cerebrale (diagnosi post-mortem).2
Come si trasmette
Il virus, presente nella saliva dell’animale infetto, si trasmette all’uomo e agli altri mammiferi attraverso un morso o un graffio.1 Anche i pipistrelli rientrano nei veicoli di trasmissione della malattia, soprattutto nelle Americhe.2
In seguito all’infezione il virus non si replica subito nel sistema nervoso ma in quello muscolare e dopo un periodo che va da alcuni giorni a mesi, il virus raggiunge il sistema nervoso periferico e poi quello centrale.7
Trattamento
In caso di morso o graffio da animali sospetti, è necessario lavare e disinfettare la ferita e iniziare al più presto il trattamento antirabbico post esposizione, tuttavia è opportuno precisare che non esiste una cura per la rabbia.1
Prevenzione
L’unica prevenzione efficace per combattere la malattia, e limitare le conseguenze neurologiche fatali dell’infezione, è la vaccinazione.
Per maggiori informazioni è importante fare sempre riferimento al Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.5

Bibliografia keyboard_arrow_up
- Ministero della Salute. Rabbia-Conoscere per prevenire. (2010).
- WHO. Rabbia.
- Epicentro. Rabbia: aspetti epidemiologici.
- EpiCentro. Settimana europea, e mondiale, delle vaccinazioni 2020. (2020).
- Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019.
- Epicentro. Rabbia: informazioni generali.
- Ministero della Salute. Rabbia, dinamica di una malattia (opuscolo informativo per gli operatori sanitari). (2010).
- Infovach. Rabbia-la malattia e il vaccino (https://www.infovac.ch/it). (Ultimo accesso Maggio 2020)