Rabbia

La rabbia è un’infezione virale che causa gravi danni al sistema nervoso fino alla morte del paziente in caso di trattamento non tempestivo.1
La malattia può manifestarsi in tutto il mondo ma, principalmente, in alcune zone come in Asia e Africa, dove causa milioni di morti ogni anno. La malattia è prevenibile grazie alla vaccinazione.2

Lo sapevi che?

I cani sono il principale veicolo della malattia causando fino al 99% di tutti i casi di rabbia umana.2

Nelle Americhe, Australia ed Europa occidentale, anche i pipistrelli sono tra le principali fonti di infezione. Invece, le morti a seguito del morso di volpi, procioni, puzzole, sciacalli, manguste e altre specie ospiti di carnivori selvatici sono molto rare e non è noto che i morsi di roditori trasmettano la rabbia.2

Dal 1997 a ottobre 2008 l’Italia è stata considerata rabies-free mentre dal 2008 al 2010 si sono verificati diversi casi in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia Autonoma di Trento.3 L’Italia ha poi riacquistato lo status di Paese rabies-free dal 14 febbraio 2013.4

Vaccinazione antirabbica

La vaccinazione antirabbica è sicura ed efficace.5

La vaccinazione contro la rabbia è fondamentale per evitare gravi complicanze neurologiche.2

Raccomandazioni Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale: tempi e modi di somministrazione del vaccino antirabbico6

La vaccinazione contro la rabbia è raccomandata a tutti i viaggiatori internazionali diretti verso aree endemiche e alle persone a rischio per esposizione professionale.6

Chi è a rischio per la rabbia

ll Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) consiglia la vaccinazione contro la rabbia a:6

soggetti a rischio per esposizione professionale

  • Personale di laboratorio che lavora a contatto con tale virus
  • Veterinari
  • Biologi
  • Stabulari
  • Operatori di canili
  • Altri lavoratori a contatto con animali potenzialmente infetti

VIAGGIATORI INTERNAZIONALI

Tutti i viaggiatori diretti in aree endemiche di Asia, Africa e America Latina che presentino un significativo e prevedibile rischio di esposizione alla rabbia come i viaggiatori coinvolti in attività a diretto contatto con cani, pipistrelli e animali selvatici.

Cos’è la rabbia

La rabbia è una zoonosi, cioè una malattia virale che colpisce i mammiferi e che viene trasmessa dall’animale infetto all’uomo.9

La malattia coinvolge sia gli animali selvatici (volpi, tassi, faine) che quelli domestici (cani, gatti, furetti) causando un’encefalite che, senza un trattamento post-esposizione adeguato, porta alla morte nell’arco di una settimana.7

Esistono due cicli epidemiologici della malattia:8

  • urbano, prevalente in Africa, Asia e Sud America, nel quale i cani, soprattutto quelli randagi, sono i principali serbatoi del virus
  • silvestre, prevalente in Europa e in Nord America

Sintomi e diagnosi della rabbia

Nell’uomo, i primi sintomi sono aspecifici:9
febbre
malessere generale
cefalea
prurito nel sito di ingresso del virus

Tuttavia, quando il virus della rabbia raggiunge il sistema nervoso centrale, la malattia si può manifestare in due forme:2
rabbia furiosa con segni di iperattività, idrofobia, aerofobia nella quale la
morte sopraggiunge per arresto cardiorespiratorio
rabbia paralitica che rappresenta circa il 20% di tutti i casi di rabbia umana
ed è caratterizzata dalla paralisi della muscolatura nella quale la morte
sopraggiunge dopo un periodo di coma

La diagnosi è molto complessa e difficile da confermare fino al momento dei sintomi neurologici: l’analisi dei tessuti per la ricerca del virus comprende la pelle, la saliva e, eventualmente, il tessuto cerebrale (diagnosi post-mortem).2

Come si trasmette la rabbia

Il virus, presente nella saliva dell’animale infetto, si trasmette all’uomo e agli altri mammiferi attraverso un morso o un graffio.1

Anche i pipistrelli rientrano nei veicoli di trasmissione della malattia, soprattutto nelle Americhe.2

In seguito all’infezione il virus della rabbia non si replica subito nel sistema nervoso ma in quello muscolare e dopo un periodo che va da alcuni giorni a mesi, il virus raggiunge il sistema nervoso periferico e poi quello centrale.8

Trattamento

In caso di morso o graffio da animali sospetti, è necessario lavare e disinfettare la ferita e iniziare al più presto il trattamento antirabbico post-esposizione; tuttavia è opportuno precisare che non esiste una cura per la rabbia.1

Prevenzione

L’unica prevenzione efficace per combattere la malattia, e limitare le conseguenze neurologiche fatali dell’infezione, è la vaccinazione antirabbica.

Per maggiori informazioni è importante fare sempre riferimento al Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, alle offerte vaccinali regionali o rivolgersi al proprio medico di fiducia.6

  1. Ministero della Salute. Rabbia-Conoscere per prevenire. (2010).
  2. WHO. Rabbia. 2023
  3. Epicentro. Rabbia: aspetti epidemiologici.
  4. Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Wildlife rabies in Italy: Epidemiological situation and response strategies (2013).
  5. EpiCentro. Settimana europea, e mondiale, delle vaccinazioni 2020. (2020).
  6. Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025.
  7. Epicentro. Rabbia: informazioni generali.
  8. Ministero della Salute. Rabbia, dinamica di una malattia (opuscolo informativo per gli operatori sanitari). (2010).
  9. INFOVAC. La piattaforma di informazione sulle vaccinazioni (2020).